OPPO svela la storia dietro alla creazione di Find X5 Pro

OPPO, tra le aziende leader al mondo nel settore degli smart device, svela come nasce il suo flagship Find X5 Pro e i segreti alla base della sua costruzione, che lo rendono uno smartphone capace di offrire prestazioni eccellenti, funzioni innovative e un comparto fotografico all’avanguardia. OPPO ha infatti progettato e ottimizzato la vasta gamma di processi necessari alla realizzazione di Find X5 Pro per garantire che ogni singolo modello che esce dalla linea di produzione non sia mai identico, ma che ognuno presenti un livello di qualità mai visto prima.

Partendo dalla fase di assemblaggio della scheda madre, OPPO svela come questo avvenga grazie all’utilizzo di stampanti robotiche capaci di produrre fino a 10 milioni di schede al mese. Non solo, le macchine modulari ad alta velocità monterebbero componenti come la CPU e i condensatori sulla scheda ad un livello di precisione che sarebbe probabilmente impossibile fare a livello umano. Il componente più piccolo misura solo 0,4 mm per 0,2 mm e il montatore di chip può posizionare più di 400.000 componenti all’ora.

Proprio per questo elevato livello di dettaglio, OPPO utilizza Auto Optical Inspector, un’innovativa fotocamera che permette di individuare eventuali errori minimi nel processo. Ogni percorso sulla scheda madre di OPPO Find X5 Pro è infatti realizzato su misura, così come la progettazione di ogni componente. L’Auto Optical Inspector è programmata per notare ogni minima deviazione dal progetto prefissato.

Una volta conclusa l’ispezione, la scheda è pronta per essere saldata, attraverso un processo che viene anch’esso sottoposto a rigidi controlli ogni due ore, dall’umidità alla temperatura del pavimento della fabbrica fino al test a raggi X, il tutto per garantire una qualità impeccabile. Infine, una macchina di ispezione pasta saldante (SPI) esamina ogni scheda per verificare che anche la più piccola apertura della maglia d’acciaio misuri solo 0,18 mm × 0,18 mm.

Il 90% dei test è automatizzato, il che significa che gli esperti di produzione di OPPO devono intervenire solo ai primi segni di un potenziale problema. Questo rigore ed efficienza nei test è cruciale nella produzione di uno smartphone top di gamma che sarà venduto in decine di paesi e in centinaia di migliaia di unità.

Questo livello di attenzione ai dettagli si rivela ancora più importante nel momento in cui bisogna garantire l’elevata qualità di funzionalità di livello premium, come il comparto fotografico all’avanguardia di Find X5 Pro, caratterizzato non solo dall’NPU proprietario MariSilicon X, ma anche dal sistema di stabilizzazione a cinque assi della fotocamera grandangolare. Per questo motivo ogni fotocamera di Find X5 Pro viene sottoposta a un test OIS sia per la stabilizzazione dell’immagine dell’obiettivo che per quella del sensore, verificando la sua capacità non solo di funzionare, ma di operare al massimo delle prestazioni previste.

OPPO Find X5 Pro viene montato su una macchina impostata per fornire un angolo di jitter di tre gradi e una frequenza di 6Hz. Questo significa che traballa avanti e indietro di 3° sei volte al secondo, imitando il tremolio della mano negli scenari quotidiani durante le riprese fotografiche. Il nuovo sistema a 5 assi compensa anche il rollio del sensore, quindi OPPO applica anche un movimento di rollio di 0,7 gradi nei test. Oltre al tradizionale motore OIS, il test OIS per lo spostamento del sensore (asse x/Y) e la rotazione del sensore (asse Z) sono testati anche separatamente. È il primo del suo genere e offre la migliore esperienza di stabilizzazione ottica del settore. Durante i test, la velocità dell’otturatore è impostata a 167ms, la stessa della frequenza di vibrazione. Per superare il test l’immagine finale deve apparire nitida, non sfocata.

I test condotti da OPPO su Find X5 Pro si compongono di due livelli. Uno concentrato sull’individuare eventuali componenti difettosi o errori di fabbricazione e uno che prevede invece l’impego del QE Reliability Lab per replicare i test più impegnativi. Lo scopo è quello di condensare lo stress che uno smartphone può subire in alcuni anni all’interno di una finestra temporale ben più breve.

Al QE Reliability Lab vengono affidati oltre 150 test, allo scopo di garantire che l’innovativo design futuristico di Find X5 Pro, con la sua scocca ultraresistente realizzata in vera ceramica, sia in grado di resistere nel tempo alle sollecitazioni quotidiane.

Tra questi, spiccano i test che simulano diverse tipologie di caduta. Un test vede per esempio Find X5 Pro inserito all’interno di una camera rotante lunga 1 metro e capace di ruotare 3,5 volte al minuto, per poi essere fatto cadere 300 volte da un’altezza di un metro su una superficie dura e da altre altezze variabili tra il metro e il metro e mezzo. Un altro vede invece lo smartphone che viene fatto cade oltre 28.000 volte da 10 centimetri di altezza. Questo simula il tipo di cadute quotidiane a cui si potrebbe anche non pensare, ma che alla lunga possono finire per indebolirne la struttura.

Ulteriori test prevedono che OPPO Find X5 Pro venga tenuto per una settimana a 75 gradi centigradi e a meno 40 gradi per garantire la resistenza alla corrosione e che insorgano altri danni. Lo smartphone viene anche immerso in acqua ad una profondità di un metro e mezzo per 30 minuti, prima di essere smontato per verificare l’eventuale ingresso di liquidi.

Infine, poiché Find X5 Pro supporta una vasta gamma di bande di frequenza 5G per soddisfare gli utenti di tutto il mondo, l’OTA Lab di OPPO utilizza generatori di segnale per testare l’efficacia delle antenne dello smartphone, per garantire che il segnale sia affidabile in tutti i tipi di scenari di utilizzo, non solo durante le telefonate, ma anche durante la visione di video o nei momenti di gioco.

Acquistando un Find X5 Pro si ottiene quindi un prodotto in grado di resistere a urti, cadute, gelo, shock, all’acqua e al sudore. Pulsanti, porte e scanner di impronte digitali vengono testati più di decine di migliaia di volte per verificare che i parametri riportati sulla carta rispondano alle aspettative riscontrate nella realtà.

Recensione Huawei P40 Lite

Difficile scegliere quale Huawei P40 mettere sotto il torchio. Alla fine la scelta è caduta sul P40 Lite, che del prezzo invitante e dalle caratteristiche hardware, sa essere sicuramente il modello più interessante per chi non vuole superare il tetto delle 300 euro. Huawei P40 lite piace subito per il suo design. Di effetto le colorazioni, (Midnight Black, Crush Green, Sakura Pink) niente materiali preziosi, cover posteriore di vetro e frame di plastica ma fortunatamente le impronte non sono visibili. Bello il reparto fotografico formato da 4 fotocamere disposte in un quadrato e da un contorno d’orato per la versione Midnight Black, peccato che purtroppo sporgono e quando si scrive poggiandolo su un piano, inevitabilmente si muove. Piccolo foro in alto a sinistra per la fotocamera anteriore e tasti laterali per il volume e per il tasto di accensione che funge anche da sblocco con lettore di impronte digitale (molto preciso). Non mi ha convinto il peso, 183 g e lo spessore di ben 8,7 mm – le dimensioni invece rientrano nello standard.

Niente male le caratteristiche hardware con un processore Kirin 810 octa-core (2 x Cortex-A76 2,27 GHz + 6 x Cortex-A55 1,88 GHz), 6 GB di RAM e 128 GB di memoria espandibile. Come display abbiamo un LCD da 6,4″ – con risoluzione 2310 x 1080 pixel (398 ppi). Pur essendo soltanto un LCD, il display mi è piaciuto: ottima luminosità anche all’esterno, buoni gli angoli di visualizzazione. E’ possibile poter scegliere la risoluzione dello schermo in alta o in bassa oppure usare la risoluzione intelligente per ottenere un maggior risparmio energetico. Purtroppo nessun led di notifica o always on display, peccato. Come va il P40 Lite? Ottime impressioni: il processore regala una fluidità interessante, sia per la visualizzazione delle pagine che per l’apertura delle app (forse dovuto anche all’assenza dei servizi Google). Bassissima sensazione di riscaldamento. A bordo troviamo l’ultima versione di EMUI, la 10.0.1 che gira su Android 10. Attualmente la patch di sicurezza è datata 1 gennaio 2020. Ma come sarà utilizzare un Android senza i servizi Google? Un dubbio che mi sembra abbia bloccato parecchi utenti nello scegliere un Huawei negli ultimi mesi. Senza giri di parole vi spiegherò la mia esperienza d’uso.

HUAWEI P40 lite viene consegnato come sempre con una serie di app che possono essere utili o meno. Tra queste troviamo Phone Clone: per utilizzarla vi chiederà di istallare la stessa app anche sull’altro smartphone Android che andrete a sostituire con il P40 Lite. L’app non fa altro che spostarvi tutte le vostre applicazioni sul P40 Lite (in questo caso bisogna controllare se funzionano tutte). Poi c’è AppGallery dove si possono trovare la maggior parte delle applicazioni esistenti già in altri store e che, con il passar del tempo sta diventando sempre più popolare. Poi abbiamo TrovApp, altro store utile che in base a quello che cercate, vi segnala dove scaricare come APKPure. In conclusione, se avevate dubbi se uno smartphone può sopravvivere senza i servizi Google, non dovere preoccuparvi: i servizi sono tutti facilmente recuperabili o almeno in parte sostituibili (YouTube per esempio potete utilizzare il browser, Google Maps c’è, ma con qualche limite nel loggarvi, oppure farvi consigliare da APKPure un’alternativa) o come la lettura dell’email che può essere fatta con l’app proprietaria che gira benissimo e che ho utilizzato con grande soddisfazione.

Buon risultato anche per il reparto fotografico: sul retro ci sono quattro sensori: il principale da 48 megapixel con apertura f/1.8, il secondo da 8 megapixel con lente grandangolare, il terzo da 2 megapixel con lente macro e il quarto da 2 megapixel per il bokeh. Belle le foto all’aperto, con colori molti vivaci (complice forse un HDR abbastanza presente). Niente male anche le foto con profondità di campo, anche se, il primo scatto non è stato sempre il migliore, come lo scontorno del soggetto in primo piano. In tutti i casi è sempre possibile regolarne l’effetto. Niente male anche gli scatti in notturna, anche qui, il software agisce molto sulla scena dando qualche volta, risultati leggermente alterati (cieli sempre un pò troppo carichi). Ottima l’intelligenza artificiale, che è riuscita quasi sempre a riconoscere la scena. Zoom niente male, ma occhio ad avere una mano ferma! Per quanto riguarda il software per la gestione delle fotocamere, tutto sembra al posto giusto, ma un minimo di studio per tutte le funzioni, è necessario. Anche la fotocamera anteriore da 16 Mp con apertura f/2,0 – da buoni risultati. Anche in questo caso, il software tende ad alterare leggermente scene in cui magari se ne può fare a meno.

Per i video invece bisogna tenere ben ferma la mano perché la stabilizzazione mi è sembrata abbastanza ballerina anche quando si sta attenti nel camminare. Forse l’uso della livella sul display potrebbe dare una mano. Registrazione in Full HD, non la migliore, ma comunque buona per un uso social.

Un plauso alla batteria da 4.200 mAh con supporto alla ricarica rapida da 40 w: con un mio uso giornaliero, sono riuscito quasi a concludere il secondo giorno di lavoro, un dato da non sottovalutare se l’autonomia è un vostro chiodo fisso. Ovvio immaginare che questo risultato si è ottenuto perchè il P40 Lite non ha il consumo energetico dei servizi Google costantemente operativi. Tempo di ricarica: con il 3% di carica residua, per fare il pieno ha impiegato 55 minuti, spento e con il caricatore da 40 w.

Lo consiglio? Si, tutto sommato sento di farlo. Anche se la ricerca delle varie app, potrebbe portare in confusione oppure sentirsi momentaneamente bloccato senza i servizi Google, il P40 Lite fa egregiamente il suo lavoro. In fondo non è detto che tutti i servizi GMS debbano essere utilizzati. Per quelli che pretendono tanto dal proprio smartphone, il fatto di dover elaborare delle scorciatoie, da un senso di hacker, dall’altra parte invece c’è l’utente che, cacciando un pò di soldi (non parlo del P40 Lite che a listino costa 299 euro ma del fratello maggiore, P40 Pro che costa molto di più e ha gli stessi limiti) non ha nessuna intenzione di smanettare ma che vuole tutto e subito, ecco, molto probabilmente, sarà tentato nello scegliere altro. Da non sottovalutare poi, la promozione attuale per chi acquista il P40 Lite: in omaggio si potrà avere Huawei Band 4 Pro e tre mesi di HUAWEI Music. La promozione è valida fino al 24 Maggio 2020. Per ulteriori informazioni, vai su Fantechnology.

Recensione Wiko View 2: un nuovo best buy da considerare!

Molti penseranno: si assomigliano tutti, l’uno vale l’altro. Siamo sicuri? La nuova generazione di smartphone ha adottato il design del notch rendendoli così un pò tutti simili. Forse c’è bisogno di distinguersi un pò, avrà pensato Wiko presentando la linea View2, che alla solita e “banale” tacca, ha deciso di mostrare un display alla Essential Phon, riducendo all’estremo gli ingobri del notch.
L’effetto è sicuramente positivo, perchè oltre al grande display da 6″ in formato 19:9, questo View2 in prova, ha un aspetto molto vicino all’essere lussuoso, pur non avendo materiali nobili: il retro per esempio è di policarbonato invece di essere di vetro, trattiene le impronte, ma è specchiato ed il livello di rifiniture dell scocca, è molto interessante. E’ stretto (154 x 72 x 8,3 mm) e ha un peso contenuto di 153g e questo aiuta molto nell’impugnatura.
Il display da 6″ IPS con 282 ppi, garantisce un’ottima luminosità anche all’esterno, il sensore è preciso ed il formato da 19:9, rende la visualizzazione delle foto e dei video, un vero piacere. Certo, non è un AMOLED, i neri non sono profondi e tendono un pò al grigio come il bianco tende all’azzurrino, ed è soltato HD+ (1528 x 720 pixel). Probabilmente sarà tutto dovuto a contenere il prezzo, ci sta, anche se la concorrenza, sotto questo punto di vista, è un passo avanti, ma nell’uso quotidiano, senza pretese, può anche andare. Tutte le notifiche sono presenti attorno al notch e rimangono visibili anche durante l’utilizzo dell’app. Non tutte però sono ottimizzate per la visualizzazione piena (vedi le stories di instagram). Riuscita invece l’integrazione del lettore musicale nella barra in alto. Il già conosciuto Snapdragon 435 Octa-Core da 1,4 GHz – fa il suo dovere e rende il View2, piacevole nell’utilizzo anche grazie ai 3 GB di RAM. Lagga raramente e comunque, sempre sottosforzo. Il rendering delle pagine web è discretamente veloce, ed il pinch to zoom avviene senza esitazioni. A completare un’esperienza d’uso ottimale è anche Android 8.0 praticamente stock. Possibilità di poterlo utilizzare con una sola mano tramite una swipe.
Il launcher di Wiko non ha particolari personalizzazioni e le poche app in dotazioni, possono essere eliminate. Ottimo il Face Unlock, veloce, un pò meno il sensore dell’impronta, ottima la posizione ma non velocissimo nello sbloccare anche se preciso. Un pò deludente la scelta di dotarlo ancora della ormai vecchia micro USB. Spazio a disposizione di 32 GB, espandibili fino a 128 GB con micro SD. Dual SIM e possibilità di gestire le suonerie separatamente. Audio forte, gli altoparlanti si trovano in basso ma anche al massimo volume, la distorsione è minima. Leggermente mellatico l’audio in vivavoce.
La fotocamera posteriore è una 13 MP con focale 2.0. Le foto sono luminose e hanno dettagli discretamente interessanti, soprattutto all’esterno in condizioni di luce e nel formato 4:3 che prevede il massimo della risoluzione. Il software ha molte impostazioni tra cui ritratto (l’isolamento del soggetto è molto realistico ed è regolabile) bellezza (attenzione a dosare, si rischia l’effetto bambola) scatto professionale, super pixel, notturna e time lapse. Niente male la velocità di messa a fuoco, un pò meno in condizioni di scarsa luminosità, HDR presente ma non invasivo. Macro di ottima qualità, con un crop notevole, notate la coccinella in movimento.
Ma come tutti i sensori, anche il View2 al calar del sole, incomincia a soffrire. In notturna, le foto perdono di qualità ed il rumore di fondo in landscape si nota. Molto meglio in soggetti ravvicinati o in luoghi con luce artificiale. Tutto sommato però, ammetto di essermi trovato bene, anche in considerazione del buon rapporto qualità prezzo e della concorrenza in campo.
Piacevolmente sorpreso dalla fotocamera anteriore dotata di 16 MP con focale 2.0 e PDAF. I ritratti sono soddisfacenti, i colori abbastanza naturali e come per la principale, anche qui abbiamo tante impostazioni a disposizione.

I video arrivano ad una risoluzione in Full HD e sono stabilizzati elettronicamente con una certa cura. Niente male se si considera un uso esclusivamente social, i colori rientrano nella norma e la messa a fuoco sembra essere pronta nel suo lavoro. Anche in questo caso, si perde in definizione con la ripresa notturna, i colori diventano slavati e il rumore di sottofondo è visibile.

Ottima l’utonomia della batteria. Con un uso parsimonioso di fotocamera, web e social, si riesce ad andare ben oltre le 20:00 coprendo abbondantemente una giornata lavorativa senza usare nessun risparmio energetico e sospensione del display a 15 secondi.

Il Wiko View2 si è dimostrato sul campo un valido compagno. Design interessante, fotocamera oltre le aspettative e ottima autonomia. Esperienza d’uso più che equilibrata tutto unito ad un prezzo che oggi sfiora i 170 euro. Rientra nella mia categoria di best buy! Peccato per un display solo HD+ – ma considerando gli aspetti positivi, si può chiudere un occhio.