Alla guida della Smart Fortwo 70 Passion Twinamic

Amata, odiata, desiderata e messa alla gogna, la Smart Fortwo, city car per eccelenza, è riuscita, nel bene e male ad avere sempre uno fetta di mercato tutta per se, pur essendo un’auto con dei limiti e non certo economica. Oggi, con una versione completamente nuova e affiancata dalla più grande Forfour, la Fortwo tenta il salto di qualità presentandosi più larga, ma non più lunga, più tecnologica, con nuovi motori e a sorpresa, con cambio manuale. Tempo fa la provai con un test drive che mi durò meno di cinque minuti. Non fui tanto contento, ma mi limitai a giudicarla sotto l’aspetto della praticità e quel cambio manuale non faceva per lei.

Finalmente a Luglio è stato presentato il cambio automatico Twinamic, con 6 marce e doppia frizione della Getrag ed è nata di nuovo in me, la voglia di provarla, darle una seconda opportunità. Fantechnology ha fatto un piccolo viaggio in costiera amalfitana, per poterla testare tra curve mozzafiato e panorami incantevoli. Sarà stata all’altezza della situazione?

La Fortwo Passion, esteticamente sembra essere meno filante del modello precedente. I suoi 10 cm in più di larghezza, (adesso 1.66 cm) si vedono tutti soprattutto nel posteriore. Invariata la lunghezza che continua ad essere 2,69 metri. Belli i fari anteriori che in base all’allestimento, presentano luci diurne a led differenti mentre il cofano anteriore, schiacciato dona una certa personalità ma anche un pò di pesantezza.

Completamente nuovo l’abitacolo e la plancia, lontani anni luce dal precedente modello. In alto troviamo una plancia con elementi decorativi bianchi ed un rivestimento di tessuto nero che assomiglia alla tela delle scarpe da running, molto bello al tatto, mentre la plancia centrale presenta questa sporgenza che dona una grande personalità al tutto. Plastiche di buona fattura e accoppiamenti abbastanza precisi, rendono la Fortwo, un modello di categoria superiore. La qualità la si percepisce anche nel chiudere la porta che non presenta più quel tipico rumore di metallo che affliggeva la precedente.

Il climatizzatore automatico è un pò in basso per essere usato senza doversi spostare con la testa. L’automatismo funziona bene, e per raffreddare il piccolo abitacolo, impiega pochissimo tempo. Belli i comandi che hanno un insieme di retrò e hi-tech. I sedili mantengono l’impostazione precedente con poggiatesta incorporato, qui nei colori bianco e nero, ma sono diventati anche più confortevoli, meglio imbottiti e con un mantenimento laterale delle gambe, molto efficiente. Peccato per le guide, sempre tanto in vista e per la regolazione in altezza assente se non come optional insieme a quella del volante in pelle. Mi soffermo brevemente anche su quest’ultimo, che presenta i comandi del Tempomat con limitatore e i comandi per l’audio, tutti illuminati.

Bella da vedere la nuova strumentazione con display TFT da 3,5″ che fornisce tutti i dati importanti per il guidatore durante la marcia: distanza totale percorsa, computer di bordo, istogramma dei consumi, eco store, indicazione della manutenzione, temperatura del liquido di raffreddamento e menù delle impostazioni. Bella la radio al centro, con bluetooth e presa USB. L’audio regala un sound molto rotondo, con bassi pronunciati. la funzione telefono prevede la possibilità di consultare la rubrica e l’elenco delle chiamate. Dal display centrale, è sempre possibile notare lo stato della batteria e della rete. Il bluetooth riconosce subito lo smartphone accoppiato, ma in più occasioni, l’audio è risultato gracchiante e metallico.

Le porte presentano una maniglia molto bassa e questa non facilità l’apertura delle stesse mentre il portellone posteriore, mantiene la sua struttura, sdoppiato, che rende le operazioni di carico facili, ma questa volta, invece di agire sulle due levette laterali per aprire la parte bassa, si adopera una grande maniglia, molto più comoda da utilizzare. Peccato che dallo specchietto interno la si nota vistosamente insieme al gancio che chiude il lunotto posteriore.

Il motore tre cilindri 1000 da 71 cavalli è stata una lieta riscoperta. Provato con il cambio manuale, non mi aveva convinto più di tanto, ma il Twinamic, è riuscito a migliorarlo. Silenzioso, assente da vibrazioni, sembra essere perfetto per la città con un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 15.1 secondi. Il meglio di se, riesce a darlo ai regimi medi, dove grazie anche al cambio, offre un’adeguata vivacità. Lo sterzo è servoassistito, leggero in città, aumenta lo sforzo in base alla velocità. Con un diametro di sterzata di 6.95 metri, posso garantirvi, vi viene voglia di fare inversione ad U, anche dove non è consentito! (non imitatevi…!)

Ottime notizie anche dal confort dell’abitacolo, un altro passo da gigante rispetto alla Fortwo precedente. Molto silenzioso, i piccoli rumori di plastica sono scomparsi, simbolo di un buon lavoro di montaggio mentre il motore si fa sentire solo agli alti regimi e superati i 100 km/h. Le asperità del manto stradale, vengono ben assorbite, anche se rimane comunque una lieve durezza degli ammortizzatori. Freni potenti, lo erano anche prima, ma questi sono migliorati ancora di più e sono ben modulabili. Belli da vedere, i tamburi posteriori. Forse nessuno aveva pensato a dedicare un design anche a loro, brava Smart!

Introdotto per la prima volta, lo Start & Stop non mi ha convinto del tutto. Questa funzione che permette di spegnere il motore ai semafori, mantenendo tutti i servizi dell’auto accesi (escluso il clima), ha una modalità di funzionamento un pò anomala. Se con il cambio manuale, lo Start & Stop, funziona portando il cambio a folle e alzando la frizione, in questo caso, basta fermare l’auto e premere a fondo il freno, il che può essere seccante in quanto se si effettua una frenata d’emergenza e si rimane con il piede inchiodato anche di poco, la Smart si spegne quando invece, nel nostro caso non avrebbe dovuto inoltre non è velocissimo nell’accensione ne tanto meno silenzioso. Bisognerebbe controllare per bene la frenata per evitare che si attivi senza volerlo, ma con il Twinamic, la marcia è sempre inserita, di conseguenza diventa seccante stare sempre li, con il piede a dosare. In coda per esempio, ho preferito disattivarlo, sarà sicuramente utile nelle grandi città dove i semafori sono distanti km e le attese sono lunghe.

Dimenticate del tutto il vecchio cambio robotizzato. Questo Twinamic regala ottime impressioni. Con 6 marce a disposizione e nella modalità ECO, i cambi sono dolci e veloci, quasi impercettibili se si adotta uno stile di guida non sportivo. Orientato a consumare poco, i cambi avvengono a regimi bassi, mentre in modalità SPORT, la piccola Fortwo, cerca di essere più rabbiosa, ma ci riesce solo in parte in quanto cambia le marce a regimi alti, facendo sentire il rumore del 3 cilindri e se si ha il piede pesante, la guida diventa affannata perché si ha la sensazione e la voglia di passare alla marcia alta, ma lei no, punta in alto il contagiri. Sempre in modalità SPORT, effettuando invece il kick down, il cambio ha qualche incertezza, soprattutto ai bassi regimi, dove proprio li, dovrebbe essere più veloce. La strada adatta in questo caso, penso che sia quella extraurbana, oppure le strade di montagna, come la costiera amalfitana, dove curve strette ed in salita, portano a far girare in alto il contagiri per avere sempre lo spunto adatto. Rimane anche in questo caso, la possibilità di poter cambiare manualmente le marce, ma le palette laterali tanto comode, sono riservate agli allestimenti superiori e per la Passion bisogna usare le lava sul tunnel. Il Twinamic non sarà perfetto, però è una salvezza divina rispetto al precedente.

Ultimi ma non meno importanti, i dati sul consumo. Il piccolo motore da 71 cavalli, ha un consumo parco, ma dimentichiamoci i miracoli che faceva la precedente versione con motore diesel. Tantissimo deriva molto dallo stile di guida che influenza il tutto. Il cambio Twinamic e le ruote da 15″, aiutano tanto ma il serbatoio, è soltanto di 28 litri. Il consumo medio in tutti i casi si aggira sui 4,5-5 l/100 km. In nostro aiuto c’è anche la strumentazione con l’ECO Store che ci mostra quanto siamo stati previdenti con la guida, oppure il computer di bordo che ci avvisa del consumo istantaneo. Curioso il fatto che si può avere come optional, un serbatoio più grande da 35 litri, ma non riesco a spiegarmi, per quale motivo si è pensata a questa scelta.

In conclusione, la Smart Fortwo rimane a pieno titolo, la city car per eccellenza. Se si escludono alcuni aspetti da migliorare, e i limiti di una due posti, è uno dei migliori acquisti che possiate fare per la città. Il Twinamic da un valore aggiunto a quest’auto che regala una sensazione di guida appagante, e grazie al servosterzo elettrico ed il diametro di sterzata favorevole, sarà un gioco guirdarla. Rimane il prezzo alto, che rispetto alla versione manuale, bisogna aggiungere 1.450 euro per il Twinamic. A voi la scelta!